lunedì 20 giugno 2022

L'orizzonte e oltre

 

L'orizzonte nel vocabolario De Mauro è la linea apparente, circolare, che segna i confini della visibilità a partire da un luogo d'osservazione e che corrisponde ai punti in cui il cielo sembra toccare la terra.



Questa immagine di un orizzonte sulla copertina di The nature of photographs di Stephen Shore  mostra la complessità della fotografia.

La fotografia ha il potere di sostituire la realtà essendo un calco del mondo esterno; ma Shore ci suggerisce un aspetto ancora più misterioso: c'è una dimensione in cui realtà e fotografia possono interferire (l'orizzonte reale e la nave fotografata), una dimensione però che non è più quella della realtà (la nave evidentemente è altrove), bensì della narrazione (immagina una nave percorrere l'orizzonte). Questo è il mistero: ogni immagine del mondo esterno (percepito o ripreso) non è separabile dalla nostra risposta narrativa, anche minima come una semplice domanda (dove navigherà quella nave?).


Il 4 luglio del 1960 Piero Manzoni nella tipografia del quotidiano Herning Avis tracciava una linea di 7200 metri su un unico foglio di carta in bobina; l'opera sarebbe stata sigillata dentro un contenitore cilindrico di zinco e piombo. Manzoni progettava di produrre una serie di linee inscatolate come prodotti da supermercato e poi sepolte, linee che sommate eguagliassero la circonferenza terrestre. La linea è un oggetto della geometria, ci serve per spiegare scientificamente il mondo esterno e dominarlo. Invece la linea di Manzoni è trasformata in pura narrazione. È il processo quasi alchemico dell'arte concettuale.


(photo Eva Sørensen)


L'orizzonte pur non essendo un vero e proprio ostacolo ha lo stesso effetto di arrestare lo slancio dello sguardo: è il limite del paesaggio. I fisici chiamano orizzonte degli eventi il baratro gravitazionale in cui cade la luce. Eppure possiamo superare il limite e arrivare addirittura all'infinito con l'immaginazione, come davanti alla siepe leopardiana: io nel pensier mi fingo...


L'ultima fotografia che Luigi imprime sulla pellicola della macchina che porta sempre con sé (come scrive Vanni Codeluppi in Vita di Luigi Ghirri) mette insieme gli elementi di questo breve percorso: orizzonte limite linea narrazione infinito.

L'evento naturale della nebbia ha cancellato l'orizzonte, il limite del paesaggio della campagna di Roncocesi. Il biancore è considerato un errore fotografico perché è una pienezza abnorme, incommensurabile di informazione, ma l'immagine è anche narrazione e narrativamente l'informazione abnorme è un infinito: l'evento naturale della nebbia mostra l'infinito. Il torrente Modolena che percorre verticalmente l'immagine non è un elemento geometrico, è una linea puramente narrativa come quella di Piero Manzoni, racconta un'immaginazione in cammino oltre la soglia dell'infinito.

(Luigi Ghirri, Roncocesi gennaio 1992. Eredi di Luigi Ghirri)

domenica 15 agosto 2021

Un manuale sull'esposizione a destra e sull'amore

Ieri sera un fotoamatore dal nick Valgrassi mi ha consigliato di scaricare Rumore e sensibilità ISO nei sensori di immagine scritto dall'ingegnere Alessio Beltrame. Gentilmente Valgrassi mi ha dato il link perché questo libro era stato posto in libera diffusione dal suo autore, e Valgrassi è contento se tante più persone lo scaricano. Da una breve ricerca in rete ho scoperto che Beltrame è scomparso prematuramente, aveva un sito ora non più raggiungibile, amava la fotografia, era un bravissimo fotografo amatoriale di calcio e di corpi celesti. Con questo manuale Beltrame voleva diffondere la tecnica fotografica cosiddetta dell'esposizione a destra. Non entro nei dettagli, dico solo che oggi i corsi più avanzati sulla fotografia digitale spiegano proprio quella tecnica, insomma aveva toccato un argomento cruciale. Ho letto il libro in una serata, ho imparato un sacco di cose fondamentali che non conoscevo e alla fine ho salvato il file nella cartella dei manuali per continuare a approfondirlo. Ma ciò di cui voglio parlare è l'esperienza di lettura. Sì c'erano le equazioni, i ragionamenti, ma mi è arrivato inaspettato l'aspetto umano. Ho pensato a Beltrame che si documentava per scrivere il libro, sceglieva la lingua italiana affinché fosse letto nel suo paese (ma perdendo il maggior pubblico del libro), immaginava l'esposizione, tentava gli incipit, inviava all'amico Valgrassi le bozze, infine condivideva gratuitamente il suo lavoro.

Il libro si può scaricare da qui

giovedì 12 agosto 2021

La fanzine 'Passeggiatine' è il romanzo sul lockdown

Passeggiatine è una piccola fanzine di Eliana Albertini che è fumettista ma questa volta ha raccolto fotografie parole e cartine disegnate per inventare una forma che raccontasse la sua esperienza del (o nel) paesaggio. Le fotografie sono riprese durante le passeggiate consentite nel lockdown per le strade di Taglio di Po. Trovo le sue fotografie molto belle, mi ricordano Ghirri non come maniera, ma come autentica attenzione su alcune cose del mondo.
Infatti Passeggiatine si apre con questa citazione di Ghirri:

Per scoprire qualcosa bisogna farlo con estrema attenzione, perché oltre alle linee principali che sono nette e chiare, ce ne sono tante altre, piccolissime.

Visto che è questione di linee, forse è tutto così autentico proprio perché Eliana è una disegnatrice.

Per Giulio Mozzi "Passeggiatine" (titolo completo: Passeggiatine fatte da Eliana Albertini fra il 21/042020 e il 23/05/2020) è il "romanzo sul lockdown" che tanti stanno cercando affannosamente di scrivere - ne avrò ricevuti una dozzina e mezza - in queste settimane, e naturalmente non parla di lockdown.

Qui si può vedere parte della fanzine (altre immagini circa dal minuto 1:17:24 al link sotto).

Qui una intervista a Eliana su Passeggiatine.


Update: Eliana ha sempre usato la fotografia come reference per disegnare, sotto la sua risposta a un'intervista, dove in sostanza ci parla di 'metafotografia':
 
Un po’ di tempo fa stavo cercando un’ambientazione per delle scene di Malibu. Volevo disegnare un luogo arginale e mi serviva un supporto fotografico per riportarlo con precisione. Quando non ho molto tempo di fare ricerca muovendomi per i luoghi fisicamente, la faccio usando Google Street View, così posso andare velocemente dove so di trovare quello che cerco. Ed eccomi dopo Piano di Rivà, sull’argine in prossimità del Po di Goro che va verso Ca’ Vendramin. Scatto una foto allo schermo del computer: un cartello di divieto di transito che spicca in mezzo al nulla, un piccolo tondino rosso-bianco con sullo sfondo il vastissimo orizzonte piatto, la terra marrone-verde e il cielo azzurro. Ecco: questa è la prima immagine a cui ho pensato. Un divieto, un limite quasi autoimposto, inutile e irrilevante rispetto allo scorrere del tempo e delle cose che stanno in profondità e che non hanno mai fine. Lo scorrere del tempo qui apre strade narrative che si discostano da storie tradizionali.

martedì 7 luglio 2020

conoscenza poetica


"Vi è dunque una conoscenza 'sentimentale' o poetica, contraddistinta da questo atteggiarsi simpatico delle cose (e delle persone) in noi e con noi. Sentimentale, dico, perché il sentire la realtà a nostra immagine significa amarla: e la manifestazione più delicata e squisita della nostra vita affettiva consiste appunto nel vincolo che si viene formando tra noi e quegli oggetti in cui riconosciamo un riflesso dell'essere nostro. Contrariamente al detto corrente, non è che noi diamo la nostra personalità alle cose e alle creature che amiamo; ma le amiamo in quanto prestiamo loro la nostra personalità. Effusione di tutta la nostra vita interiore e in primo luogo degli "stati" che ci occupano nel momento della sensazione, e che eventualmente dipendono da altre sensazioni sincrone a quella. Il piacere sentimentale nella sua forma superiore, è dato da questa partecipazione, per cui ci sentiamo compresi, interpretati dagli oggetti, come nessuna confidenza verbale, nessuna altrui intelligenza o sensibilità ci consentirebbero mai di esserlo".


Guido Morselli, Realismo e fantasia, Milano, F.lli Bocca, 1947, p. 262 (la citazione è presa da questo articolo di Linda Terziroli).

venerdì 5 giugno 2020

Vita di Luigi Ghirri

Che io sappia è l'unica biografia su Luigi Ghirri. L'autore, Vanni Codeluppi, in alcune occasioni lo aveva incontrato; il suo ricordo è affettuoso (come lo sguardo di Ghirri era affettuoso verso il mondo). La biografia è precisa, e non è davvero solo una biografia: ogni capitolo presenta il commento di una fotografia di Ghirri contemporanea al momento narrato. Quindi si trova nel libro anche un piccolo apparato iconografico in cui il discorso critico si integra spontaneamente col racconto. Penso che sia un bellissimo lavoro, spero trovi lettrici e lettori perché permette di entrare nel mondo di questo grande fotografo. Per così dire è un libro-soglia.




domenica 31 maggio 2020

Gilbert Garcin. Tout peut arriver


Qui il link allo splendido documentario Gilbert Garcin. Tout peut arriver di Ralf Kämpfe pubblicato su Arte.tv e disponibile fino al 27 gennaio 2021.

La carriera del fotografo Gilbert Garcin sfugge alle convenzioni, si è dedicato alla fotografia raggiunta la pensione, dopo aver lavorato nella sua ditta, produceva lampadari - ma la luce è una curiosa analogia tra le due attività. Garcin ha fotografato dei piccoli teatrini in cui un suo alter ego era protagonista, li allestiva in una stanza poco più grande delle sue maquette, usando attrezzatura molto semplice e riprendendo in pellicola bianco e nero. Ha creato visioni che vengono accostate al teatro onirico dei surrealisti, sopra tutti Magritte, ma ricorderei anche quel precursore del surrealismo che fu Odilon Redon; personalmente le avvicino all'indagine del mondo elegante, divertita di Saul Steinberg; e anche alle animazioni cinematografiche di William Kentridge. Gilbert Garcin è morto il 17 aprile del 2020, un libro antologico sul suo lavoro è edito in Italia dalla Postcart.







 Les précautions élémentaires, fotografia realizzata da Gilbert Garcin.


lunedì 30 marzo 2020

Nicola Tesla: l'invenzione e la scoperta

di Dario Voltolini


[Questo intervento è stato tenuto al Circolo dei Lettori di Torino venerdì 9 novembre 2019 nell’ambito del Festival della Tecnologia (7-10 novembre 2019), organizzato dal Politecnico di Torino nel 160° anniversario della sua fondazione.]

Vorrei parlare di Nikola Tesla, figura affascinante di scienziato e inventore, una stella nel firmamento dell’ingegneria. Vorrei parlare di lui, ma soprattutto affrontare un tema con il suo aiuto.

Prima, però, devo fare una specie di introduzione.

Tutti noi sappiamo intuitivamente qual è la differenza tra inventare e scoprire. Sappiamo stabilire con sicurezza che cosa sia un’invenzione e cosa sia una scoperta.


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